Corpo e anima: vecchi concetti si rinnovano alla luce di un pensiero antico
La globalizzazione ci espone ormai tutti a qualche contatto, almeno superficiale, con culture diverse da quella in cui siamo stati educati. Per quanto riguarda la medicina, sappiamo tutti che esistono tradizioni diverse, come la medicina ayurvedica o l’agopuntura, iniziate millenni or sono ma che, diversamente da quello che è avvenuto per le scienze esatte, non si sono mai fuse con la nostra.
Nei confronti di queste scuole mediche, le persone educate secondo i paradigmi occidentali hanno atteggiamenti che variano dall’estrema diffidenza (“solo la cultura occidentale ha prodotto scienza vera”) alla totale fiducia.
Tuttavia spesso la fiducia, non meno del rifiuto, è frutto di incomprensione perché arriva filtrata attraverso aspettative e bisogni tipicamente occidentali. Pensiamo all’uso di sedicenti massaggi ayurvedici nei centri benessere. Il fatto che la legge italiana non riconosca nessun tipo di medicina diversa da quella ufficiale contribuisce a creare confusione.
Così, riuniamo in un unica grande famiglia – verso cui avere, complessivamente, fiducia o diffidenza totale – scuole mediche che hanno una tradizione millenaria come la medicina ayurvedica, l’agopuntura o la fitoterapia, insieme ai fiori di Bach ed altre discipline di più recente invenzione e dunque meno collaudate. In un caso e nell’altro, i nostri atteggiamenti non si basano su un’effettiva conoscenza.
A questi saperi ci possiamo avvicinare solo se smettiamo l’atteggiamento, tutto occidentale, di utilizzarli e basta, magari perché le abbiamo provate tutte e “proviamo anche questa”. Quella che chiamiamo medicina ayurvedica è più di un semplice rimedio per quando si sta male. E’ un modo di pensare la persona come un’unità, dove i concetti distinti di corpo e anima o mente, così chiari nella cultura occidentale, vengono superati.
E’ un pensiero lontano dal nostro ma al quale possiamo accedere, arricchendo non solo il nostro approccio alla salute, se a guidarci è una persona che conosce a fondo l’una e l’altra cultura; che sa parlare il nostro linguaggio ma pensare anche in modo diverso da noi.